La manipolazione è un fenomeno intrinseco alla natura umana e, quando si tratta in particolare di politica, le sue radici affondano profondamente nella storia. Esaminare i modi in cui la manipolazione è stata utilizzata nel corso dei secoli per influenzare il potere e il consenso ci offre una prospettiva preziosa su come i giochi di potere siano molto frequenti, quasi un obbligo, nell’arena politica. Da Demostene e Cleopatra ai giochi circensi dell’Impero Romano, dalla propaganda delle guerre mondiali alle insidie della disinformazione online, la manipolazione politica è una costante.

 

Già l’antica Grecia ci ha fornito un esempio eloquente di manipolazione politica attraverso la retorica. Oratori come Demostene e Lisia utilizzavano discorsi persuasivi per influenzare l’opinione dell’Assemblea, dimostrando fin da allora come le parole potessero modellare le decisioni politiche. Nell'”Encomio di Elena” il filosofo Gorgia descriveva «le gare oratorie, nelle quali un discorso scritto con arte, ma non ispirato a verità, suole dilettare e persuadere la folla». Parliamo del V secolo a.C.

 

Nell’Impero Romano, quindi nel primo grande fenomeno di espansione del potere su vasta scala geografica, i leader compresero il potere della manipolazione delle masse. Distribuire grano e organizzare giochi circensi erano strategie utilizzate per guadagnare il favore del popolo, dimostrando come il controllo dell’opinione pubblica potesse influenzare il destino di un impero. Cleopatra, in tal senso, ci aveva visto lungo e cercò di utilizzare la sua relazione con Marco Antonio per influenzare la politica romana, dimostrando come le relazioni personali potessero essere usate come strumento di manipolazione.

 

Il Medio Evo prima e le monarchie assolute dopo hanno utilizzato la manipolazione in forme subdole. Ci sono stati leader che hanno solcato a lungo il limite tra il potere temporale e il potere secolare ed altri, come Luigi XIV, che hanno istituito una sorta di culto della personalità attorno a sé per rafforzare il loro potere, creando un’immagine di autorità incontestabile. Lo stesso modello di autorità che sarà messa in discussione dalla Rivoluzione Francese, fenomeno storico in cui proprio i leader rivoluzionari manipolarono le masse attraverso discorsi incendiari e simboli come il cappello frigio per guadagnare sostegno popolare.

 

Nel secolo scorso entrambe le Guerre Mondiali hanno visto la propaganda diventare uno strumento cruciale. Attraverso affissioni, film e discorsi, i governi hanno plasmato le opinioni pubbliche, dimostrando come la manipolazione dell’informazione potesse plasmare la percezione della realtà. Durante il regime nazista, ad esempio, Joseph Goebbels utilizzò la propaganda per creare un’immagine idealizzata di Adolf Hitler e giustificare le atrocità commesse dentro e fuori dalla Germania. Entrambi gli schieramenti usciti vincitori dalla Seconda Guerra Mondiale utilizzarono poi la propaganda per dipingere l’altro come una minaccia durante la Guerra Fredda, influenzando così le opinioni pubbliche internazionali.

 

In epoca più recente l’avvento dell’era digitale ha portato nuove sfide. Le elezioni del 2016 negli Stati Uniti sono state influenzate dall’uso dei social media per diffondere disinformazione e polarizzazione. Il potere della manipolazione online fu esercitato in questo caso dall’azienda Cambridge Analytics che manipolò dati personali raccolti da Facebook per creare profili psicografici e influenzare le scelte elettorali degli individui. Anche l’intervento russo nelle stesse elezioni statunitensi nel 2016 ci permette di osservare l’uso della disinformazione e della propaganda su piattaforme digitali per influenzare l’opinione pubblica.

 

In conclusione, anche per evitare di soffermarci sulla dietrologia fine a sé stessa e provare a capire come riconoscere la manipolazione politica attraverso la storia, è necessario innanzitutto diventare consapevoli del suo impatto duraturo. Mentre il contesto e gli strumenti possono cambiare, le tattiche rimangono spaventosamente simili. È nostro dovere come cittadini informarci, sviluppare pensiero critico e respingere i tentativi di manipolazione fin dalle dinamiche private e professionali, proteggendo così i nostri valori di individui e di comunità.